Che cos’è la vita comunitaria? È la possibilità di vivere insieme a coetanei e a qualcuno di età diversa in modo da crescere integrando nel proprio stile qualcosa degli altri (modo di pensare, parlare, reagire) e condividendo qualcosa di noi.
Abitando gli stessi ambienti siamo tutti coinvolti nella loro cura, trovandoci gomito a gomito partecipiamo bene o male a preoccupazioni, attese, gioie, sofferenze e slanci altrui. Ciascuno ora sostiene qualcuno ora è sostenuto, a seconda dello stato d’animo, spesso riscontrando di sapere dare una mano proprio mentre è a sua volta aiutato.
Col tempo la presenza dei fratelli si fa importante e capiamo di dover custodire la comunità, andando fieri dei momenti in cui si è insieme. I colleghi di UniBo non hanno forse molti impegni, noi invece abbiamo un calendario e degli orari di casa.
Da un lato comunità si è già, dall’altro lo si diventa, accettando di superare le amicizie esclusive, i posti a tavola fissi, scegliendo di essere presenti, senza selezionare le sole situazioni e offerte a noi più vantaggiose come a un supermarket.
La comunità funziona quando ci accorgiamo di non essere più al centro della nostra vita, quando sappiamo far fronte a qualche scomodità (un po’ di disagio non guasta) perché siamo felici di essere meno rigidi. La comunità ci può insegnare che “tutto” e “subito” in fondo ci deludono (meglio non avere tutto e neppure quando lo vorremmo).
La nostra comunità vive e si rinnova del resto con il vangelo, parola che purifica e dà forza, parola che scopriamo di aver bisogno di ascoltare tanto da soli quanto insieme.